disturbi ossessivi compulsivi

Lunedì / Venerdì 8 - 20 | Sabato 9 - 20 / Domenica Chiuso

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Psicologia e Psicoterapia, Centro Italiano per il trattamento dei Distrubi Ossessivo-Compulsivi

Centro specializzato nel D.o.c.


#Ceido

ORARI: LUNEDì/VENERDì 8-20  SABATO 9-13  DOMENICA CHIUSO

Ceido

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Il nostro approccio

Trattamento e trattamenti

Attualmente la psicoterapia cognitivo-comportamentale costituisce il trattamento psicoterapeutico più diffuso per la cura dei disturbi ossessivi compulsivi.

Secondo le teorie cognitive, il fattore cruciale della sindrome ossessiva non risiederebbe tanto nei pensieri intrusivi, bensì nell’importanza che il soggetto attribuisce ad essi, ossia nella loro metavalutazione. Dato che, secondo questa prospettiva, i sintomi nascerebbero dall’estremo senso di responsabilità che l’individuo avverte nel provocare un danno a sé o ad altri, il primo passo per impostare una “cura” consiste nel normalizzare l’esperienza del paziente considerando “più idonee” delle spiegazioni alternative non minacciose proposte dal terapeuta.

 

Tale visione implicherebbe di conseguenza due assunzioni principali: da un lato che il paziente abbia una visione erronea e sbagliata della realtà e del modo di percepirsi, dall’altro lato che il terapeuta abbia invece la verità in tasca e che quindi esista un modo universalmente corretto di vedere e affrontare ogni situazione.

Per quanto riguarda gli interventi comportamentali, inoltre, la tecnica più usata alla cura del disturbo ossessivo compulsivo è l’esposizioneprevenzione della risposta.

Così, le persone con l’ossessione per i germi possono essere invitate a entrare in contatto in maniera graduale con oggetti “contenenti germi” (esempio, prendere in mano dei soldi) con l’obiettivo di ridurre l’ansia associata. 

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Al contrario, il lavoro terapeutico che proponiamo, oltre ad integrare tecniche cognitivo comportamentali quando ritenute utili, si basa in primis sull’analisi del contesto di vita in cui i sintomi del paziente emergono. Attraverso tale comprensione è infatti possibile per l’individuo arrivare a percepire la propria condizione di vita come modificabile. In secondo luogo, il lavoro terapeutico si avvale del diario esperienziale, volto a monitorare le esperienze quotidiane, e dei compiti esperienziali assegnati, di volta in volta, dal terapeuta. L’attenzione del terapeuta è sempre rivolta a ciò che emerge dal racconto del paziente, al modo personale di emozionarsi e di fare esperienza del mondo. Ogni sofferenza, come ogni malattia, è una mancanza di libertà, di possibilità e, di conseguenza, la “cura” non avviene cambiando le credenze del paziente, ma aiutandolo a percepire nuove possibilità di azione. 

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